sabato 14 gennaio 2012

14/01/2012 San Nicolao sulle tracce dell'orso marsicano

Partenza arrivo a San Nicolao: Lat: 42.1507643815 Lon: 14.0212335438
Traccia GPS
Difficoltà: media
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L'obiettivo iniziale, era quello di raggiungere il guado di Sant'Antonio. A causa del maltempo che ha imperversato per un paio d'ore, un sentiero parzialmente segnalato, ma non battuto, una costante salita (come si vede dal grafico), ci siamo arresi ad un chilometro dall'obiettivo.
Con me l'immancabile Loris, che insieme a me risentiva ancora della "doppietta escursiva" della settimana scorsa, ed Ev che per i primi 30 minuti si è sentita più in campagna che in montagna, ma alla vista della neve e delle orme di orso, il morale le ha dato la giusta curiosità per continuare.
Il freddo pungente trasportato dal vento ha reso l'avventura faticosa vista l'escursione altimetrica che la tappa prevedeva. A San Nicolao, la neve era a chiazze, ma più si saliva e più si faceva fitta. Il sentiero parzialmente segnalato ma non battuto a messo alla prova il gps che in più di un'occasione ci è tornato utile per ritrovare la retta via.
A 30 minuti dalla partenza, con la neve sempre più presente, l'interesse è stato attratto da una serie di orme sulla neve che non avevamo mai incontrato. Facendo un paio di confronti con tutte le altre incontrate nelle escursioni precedenti, nessuna assomigliava per forma e grandezza a quella di lupi, cinghiali, camosci, cavalli o cervi. I 4-5 polpastrelli, le unghie davanti ci hanno fatto pensare all'indiscusso padrone delle nostre montagne: l'orso marsicano. Ovviamente in questo periodo in letargo, ma visto le temperature dei giorni passati e la non troppa neve presente, gli hanno dato la forza di uscire dalla tana per una breve escursione mangereccia. E' stato un momento eccitante, abbiamo seguito le orme per molti metri, perdendole in una zona assolata con assenza di neve.
Dopo un'oretta di cammino ci siamo imbattuti in uno degli spettacoli rurali più interessanti della nostra maiella, le capanne a Tholos. I Tholos, sono delle strutture in pietra a secco, che venivano utilizzate dai pastori o dai contadini come ripari sulle montagne. Con impatto ambientale 0, riescono a dare all'ambiente naturale il giusto tocco spirituale e remoto, che ti permette di dare sfogo all'immaginazione sulla vita in montagna prima dell'avvento del turismo. Una colazione sul tetto dei tholos non ha davvero prezzo. Ne abbiamo approfittato anche per fare asciugare gli indumenti bagnati dalla neve. Ev è ricorsa all'uso di buste di plastica nelle scarpe per non bagnare piedi e calzettoni.
Dal monte Rapina, il continuo passaggio di perturbazioni a tratti nevose, ha messo i bastoni fra le ruote alla nostra meta finale.
Vista anche la nostra scarna attrezzatura in caso di neve o pioggia, abbiamo dunque deciso di fermarci a pranzo e di tornare indietro seguendo una strada asfaltata che scorre a poche centinaia di metri dal sentiero.
Anche questa volta non abbiamo raggiunto il guado di San'Antonio, ma lo faremo presto, magari partendo dall'Orfento.
Sconsiglio fortemente la partenza da San Nicolao (paese) per qualsiasi escursione verso il monte Amaro o la valle dell'Orfento. Il sentiero è a tratti inesistente e la salita continua e faticosa. Conviene invece avvicinarsi arrivando fino a qui. Si risparmiano ore di cammino importanti se si vogliono raggiungere luoghi simbolo delle nostre montagne.















2 commenti:

  1. Tutto vero, ci sono stato anche io e ho avuto gli stessi problemi a trovare il percorso. Meglio dalla sbarra.
    Ottimo post complimenti.

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  2. Eviterei titoli sensazionalistici senza contenuti poi. Un'orma dice poco e niente.

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