Partenza e arrivo: Rifugio Pomilio
Difficoltà: Facile
Questa uscita avrebbe dovuto sancire il raggiungimento delle
Murelle attraverso la Valle di Selvaromana se fossimo riusciti ad arrivare sul
Blockhous con un veicolo. Così non è stato. Esiste una strada che porta dal
rifugio Pomilio fino a cima blockhouse nella quale è vietato
transitare con veicoli. Per chi fa trekking, questo significa quasi 6km in più
sulle gambe ad ogni escursione nella zona, e oggi non era il caso di aumentare
il peso sulle gambe vista l’assenza dai sentieri da molti mesi. Dato
questo impedimento, con il compagno di viaggio Lucio, abbiamo optato per il
raggiungimento di cima Monte Cavallo, ultima vetta a 2300mt con vegetazione
prima dello staglio verso Murelle, Focalone e Monte Amaro.
Con la partenza da rifugio Pomilio, si ha il tempo e il modo
di ammirare lo splendore di mamma Majella ed una serie di mete molto
conosciute. Fino a cima Blockhouse, la strada è completamente asfaltata e con qualche
rimasuglio di neve qua e là. Appena partiti, il cielo e la
temperatura sembrano essere poco clementi. Le nuvole sono minacciose e il vento
è
decisamente freddo, ma camminando nel silenzio ovattato dei 2000 metri, avvolti
dal calore dei panorami che si stagliato sull’intera nostra regione, l’emozione
riesce a riscaldarci il cuore. Arrivati a cima blockhouse, è
di rito la fermata alla Madonnina dove decidiamo di riposare e fare qualche
scatto. Da li decidiamo di seguire il sentiero orientale per superare il
blockhouse, e non esporci al vento freddo proveniente da occidente. I pini
mughi, liberi dalle nevi dell’inverno proteggono un tappeto di fiori
che rende il sentiero una sorta di infiorata naturale ricostituente per la
vista. Il lungo inverno ha lasciato molte chiazze di neve che rendono il paesaggio
seducente. Ad attrarre la nostra attenzione in questo frangente è
la Val di Foro con una serie di monti quasi incastrati tra le grandi vette. Il
sentiero orientale, è forse più faticoso, ma oltre ad essere più
riparato, lascia apprezzare il panorama sul sud Abruzzo fino al luccicante
mare. Superata la prova tangibile della onnipresenza dell’uomo
sulla majella, grazie ad una roccia con alcune iscrizioni risalenti al 1866, si
arriva a quota 2300mt sulla vetta del monte Cavallo. Ci spingiamo poco oltre
alla ricerca di un riparo per il consumo del pasto e trovare dei punti per
alcuni scatti fotografici degli scenari che si rivelano ad ogni metro avanti a
noi. Al bivio per i sentieri che portano verso il rifugio Fusco, Murelle e
monte amaro, troviamo la famosa “fonte sella di acquaviva”,
un piccolo rigagnolo d’acqua potabile gelido ed ammagliante.
Una piccola oasi che a queste quote rigenera.
E’ tempo
di tornare sui nostri passi e disquisire sulla giornata condividendo le
emozioni che hanno suscitato maggiore passione e significato. Io e Lucio, da
tempo ormai sentivamo il bisogno di tornare a riempirci di quel pizzico di
orgoglio abruzzese che, a spasso tra i monti abruzzesi torna vivo dentro noi proprio
attraverso queste passeggiate.
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