domenica 25 marzo 2012

25/03/2012 Cascata di San Giovanni Bocca di Valle



Partenza arrivo da Bocca di Valle
Traccia GPS
Difficoltà: facile
Se non hai google earth clicca, scegli "visualize", poi map




L'entusiasmo e la caparbietà di Noemi Martina Nisida e Francesco, sono stati l'orizzonte di questa prima uscita primaverile. Il dissolversi delle nevi in montagna, quindi l'incremento della portata dei torrenti, ci hanno portato a visitare lo spettacolare incanto della cascata di San Giovanni dove ero già stato in solitaria.


Uscita che consiglio a tutti gli appassionati in questa stagione, l'energia e il vigore della natura in questo periodo dell'anno non hanno eguali. I germogli, i fiori e le erbe fanno da cornice ad un paesaggio mozzafiato. Sembra di camminare in una galleria d'arte dove ad ogni metro resti affascinato da quanto la natura riesca ciclicamente a dare in termini di meraviglie. Il frastuono d'acqua impetuosa del torrente Vesola è dominante e per tutto il percorso si ascolta il  fragore delle sue acque che, con i suoi tanti piccoli salti, lo rendono incantevole.

Il percorso si snoda quasi completamente in salita all'andata, e se lo si vuole ripercorrere al ritorno, lo si ripercorre in discesa con poca grazia per le ginocchia, ma arrivati alla fine si avverte il piacere della conquista, in una sorta di sfida con se stessi. Credo che siano poche le sensazioni simili nella vita.
Ma veniamo alla cronaca. Immancabile la visita al sacrario di Andrea Bafile, un uomo che ha dato la vita per i propri commilitoni con l'umiltà e la forza che hanno contraddistinto da sempre gli abbruzzesi veraci. Il sacrario merita una visita sia dal punto di vista spirituale che architettonico visto che è stato scavato interamente nella roccia. Dopo il momento di orgoglio e le foto di rito si riparte alla volta della cascata, ma per arrivare la strada è dura, interamente in salita, con diversi strappi che mettono a dura prova la resistenza polmonare e muscolare, per questo i fermi lungo il sentiero sono stati molti. "Stop and go" che permettono di ammirare meglio il panorama che si staglia tutto attorno. I prati pullulano di viole e primule, gli alberi iniziano ad assumere una particolare colorazione primaverile, gli abeti, presenti un pò ovunque, sembrano allungarsi e stirarsi sul sentiero quasi a dire ai passanti: accarezzatemi. Avvicinandosi è possibile cogliere una scala di verde dal fosforescente al verdone scuro con pace degli occhi, le foglie piatte sembrano velluto ed è davvero piacevole concedersi una carezza. Il muschio ha un colore verde acceso e in più punti è possibile ammirarlo satollo che trasuda acqua. Molti i corsi d'acqua che vengono giù dalle montagne attorno alla valle ed è impossibile non fermarsi per ammirare uno spettacolo della natura unico.
Abbiamo avuto anche il nostro momento di avventura "estrema", quando in un difficile attraversamento del torrente, abbiamo dovuto guadarlo con non poche difficoltà.  
In verità è difficile quantificare il tempo che ci vuole per raggiungere la cascata. Quando i muscoli iniziano a dare segni di cedimento per le faticose salite affrontate e il fiato si fa corto, ecco che il cervello attraverso gli occhi che scorgono la cascata, scatena nel corpo una massiccia dose di adrenalina che da li a poco cancella anche il ricordo della fatica affrontata.
La cascata è tremendamente bella. La portata dell'acqua è massiccia e il rumore dell'acqua che cade giù, raggiunge la soglia massima di sopportabilità in decibel. Dalla base della cascata si mescola una corrente d'aria molto forte e fredda insieme ad una nuvola d'acqua che raggiunge i 20 metri di distanza. Difficile resistere per più di 5 minuti (EV, mia moglie, anche un'ora!)
Il tempo di fare qualche foto e consumare il pranzo al sacco, che non ha prezzo in queste occasioni, e ci accorgiamo che è possibile avere una retrospettiva della cascata seguendo un sentiero che permette di ammirare, coperti da una grotta che funge da ombrello, la parte posteriore della cascata. La meraviglia non finisce qui, attraverso un passaggio angusto, attaccati ad una corda, è anche possibile salire sopra la cascata. Esperienza che non abbiamo compiuto per mancanza di attrezzature (gli zaini gli avevamo lasciati giù) ma che faremo a breve portando con noi il nostro scout Loris e sopratutto la sua fune che finalmente utilizzerà ;).
Il ritorno in discesa è stato un momento di dialogo fra di noi. Le chiacchiere ci hanno fatto sentire meno il peso della discesa sulle ginocchia. Anche se, secondo me, la vera forza è stata dettata dall'orgoglio di tenere a debita distanza una compagnia di scout incontrata sul cammino. Non nascondo infatti, che all'arrivo un "abbiamo vinto" c'è scappato.
Immancabile una visita alla villa di Guardiagrele dove io ho approfittato per far visita ai 2 monumenti ai quali sono devoto. Quello dedicato alla brigata majella e quello a Modesto Della Porta.
Un grazie infinito a Noemi e Francesco che mi hanno accompagnato. Non potevo volere compagnia migliore in questa esperienza.






























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