domenica 11 marzo 2012

11/03/2012 Eremo San Bartolomeo "fuori pista"

Partenza arrivo su strada statale per Caramanico
Latitude: 42.2117727343 Longitude : 13.9961444959
Traccia GPS
Difficoltà: media
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Dopo alcune settimane di stop, abbiamo deciso di riscendere in campo aprendo la stagione con un percorso alternativo per arrivare all'eremo di San Bartolomeo in Roccamorice. Ridente località hardcore abruzzese dove il pane sa di pane e la gente è generosa (d'obbligo il commento visto che nell'ultimo post sull'eremo sono stato ripreso per non averlo fatto ;) ), dove il nostro sorriso ha nascosto lacrime amare per lo sforzo fisico affrontato, ma alla fine abbiamo portato a casa l'ennesima storia ed emozione da raccontare.

Gli ormai irreprensibili Loris e Francesco mi hanno fatto da spalla e si sono lasciati coinvolgere nell'impresa.


Un'intera settimana di studi sul percorso piegato su mappe e google earth per trovare un percorso alternativo ai 3 principali che raggiungono l'eremo. Il programma prevedeva la risalita di un fossato fino ad una mulattiera; un pezzo di strada asfaltata e un discesa fino al torrente che scorre sotto l'eremo per poi risalirlo.
Purtroppo, se nel primo tratto abbiamo tenuto il passo e seguito la traccia studiata, nel secondo abbiamo dovuto abbandonare l'impresa visto la piena del torrente dovuta allo scioglimento della neve caduta copiosa all'inizi di Febbraio.
Affrontare boschi e fossati senza strade battute non è davvero impresa semplice, ma se si vagliano bene i rischi e le alternative (il maestro Loris insegna), la si trasforma in un'avventura divertente. Senza una vera e propria strada, da subito, abbiamo voluto seguire le tracce di animali che miracolosamente ci hanno portati fuori dal fossato e ci hanno fatto raggiungere una mulattiera da dove abbiamo potuto osservare la grazia di 3 camosci che con disinvoltura ci hanno osservati per qualche secondo e si sono diradati come la nebbia fa con il vento.
Tagliati una serie di campi con la maiella ad osservarci ed aspettarci a braccia aperte, in una vasta prateria incontriamo uno splendido esemplare di volpe che sembra quasi attenderci al centro del campo, ma prima che riuscissi ad immortalare si fatta rarità, con uno scatto fenomenale, si è messa a correre trovando rifugio in un vecchio rudere. E' la prima volta che sono riuscito ad osservare una volpe dal vivo per così tanto tempo.
Mentre la maiella cambiava le sue spettacolari facce grazie al gioco di colori indotto dall'alternanza di sole e nuvole ci siamo trovati di fronte alla decisione che ha sconvolto i piani iniziali: guadare o non guadare il torrente in piena?
La razionalità di Loris, e la voglia di raggiungere l'obiettivo del gruppo, hanno avuto la meglio sul progetto iniziale. Trovare un passaggio in un torrente con pareti ripide e franose, con il sole che scioglie le nevi e ne aumenta la portata era davvero cosa rischiosa. Più rischioso sarebbe stato non rimanere affascinati dall'eterno splendore dell'eremo e non sfruttare l'occasione di banchettare adagiati su uno dei luoghi più incantati di mamma maiella. Rinfrancati dal sole, dal cibo, dal luogo e dal vino abbiamo ripreso l'arduo cammino a ritroso.
E' stata l'uscita più lunga (14 Km e 6h) e faticosa affrontata fino a questo momento. Arrivati al capolinea ci siamo resi conto di aver compiuto una sorta di impresa per noi. Ovviamente torneremo armati di buona volontà per risalire il torrente e scoprire magari un modo alternativo e più avventuroso per raggiungere l'eremo.




















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